C’é Nessuno

La tematica dell’isolamento volontario nella “generazione Z”

Con Gioacchino Cappelli
In video Salvatore Tornitore, Sebastiano Sicurezza, Marcello Cappelli
Drammaturgia: Elena Grimaldi e Gioacchino Cappelli
Musiche: Salvatore Tornitore
Proiezioni: Salvatore Caruso
Scenografie: Alan Lombardo
Trainer: Marcello Cappelli
Regia: Gioacchino Cappelli

L’incontro con il mondo dei giovani ha determinato la presa di coscienza di problematiche e disagi provocati dall’uso indiscriminato di internet, giochi online e network telematici. Un autorevole ricercatore da questa definizione “la dipendenza da Internet provoca nel cervello problemi simili a quelli derivanti dall’uso di eroina. Ma può essere anche più nociva, perché distrugge i rapporti sociali a qualsiasi livello e deteriora progressivamente il corpo senza che il malato se ne renda conto” (Tao Ran, psichiatra cinese).

Questo pericolo è vivo in ogni casa e i ragazzi ne sono esposti in ogni momento della giornata, internet è sempre a disposizione e gratuitamente nell’ambiente protetto della casa di famiglia.

C’è Nessuno” si occupa del rapporto delle giovani generazioni con internet i media e i video giochi, un rapporto che sta creando, soprattutto in questo periodo di pandemia, delle dinamiche di subordinazione e la manifestazione di un malessere a cui per anni non è stata rivolta un’adeguata attenzione e ha portato alla luce quel fenomeno degli Hikikomori, ragazzi che si chiudono in casa rifiutando ogni rapporto che non abbia la mediazione della rete, ragazzi che passano anni davanti al pc con un completo sovvertimento dello scorrere del tempo e dei rapporti con la “ realtà” sostituendo a questa quella virtuale.

Gioacchino Cappelli, ideatore, regista drammaturgo, interprete, assieme a Sebastiano Sicurezza e Salvatore Tornitore, ha attraversato in prima persona questa fase e ne è uscito attraverso il teatro. Per diversi anni , ha privilegiato il rapporto con il virtuale, a fatica è riuscito a concludere gli studi fino alla maturità, condannato e osteggiato dagli insegnanti, che non avevano nessuna percezione di quello che stava attraversando. A questo si aggiunge Il conflittuale rapporto con genitori che, nonostante la continua presenza, non avevano metodologie di riferimento per poterlo sostenere e quando cercavano un aiuto nel sociale, non trovavano una controparte cosciente della situazione e spesso venivano derisi e la problematica sminuita.

Il lavoro non intende dare un’analisi concettuale del fenomeno né condannarla, né giustificarla, tende semplicemente a mostrare questo mondo, scoprire piaceri e malesseri che comporta questo percorso.

Quello che ne risulta è uno spettacolo, che grazie alle tecnologie impiegate, riesce a dare una visione esauriente e concreta di questa realtà, in cui sono immersi soprattutto i giovani dai 14 anni in su, ma che si sta diffondendo, in altre forme, negli adulti.

Note di regia

Internet è un flusso infinito di informazioni, trasforma il tempo che scandisce la nostra vita, una ricerca esasperata del tempo. Ce n’è sempre meno perché ci sono talmente tante cose fattibili o non fattibili, sogni non sogni, input, scosse elettriche che portano all’ immobilità.

È questo tempo l’elemento basilare del nostro spettacolo,un seguire di situazioni , di flash in cui si mischia futuro , presente e passato , quello che avverrà e quello che è avvenuto.

Entriamo nei sogni dei ragazzi,nella riproduzione degli archetipi della vita, dove si confonde il digitale e la vita reale. Questo è il primo sintomo di chi passa troppo tempo davanti al computer, non riesci più a distinguere il fluire del tempo, se sei in una situazione reale o è frutto della tua immaginazione. Il tempo diventa sempre più fitto finché non si arriva ad una nuova dimensione.

Entriamo nell’epoca digitale , si abbandona il reale e si entra nella realtà virtuale , si diventa il proprio Avatar .

Sono i ragazzi nati dall’ 85, vivono in un mondo che nega il futuro,un mondo ultra inquinato, con conflitti diffusi, sovrappopolato, dove vince il più forte, dove è il commercio a farla da padrone.

Un mondo in cui non ci sono più i dogmi del passato, perché è appena nato, un mondo con un .tempo di vita infinito che porta all’immobilità,arrivo in una nuova dimensione,un mondo che io ho voluto rappresentare con il Moloch, la Macchina che ingoia le sue vittime umane, .come succede in Metropolis di Fritz Lang , il passaggio alla rivoluzione industriale che porta alla nuova era, quella delle macchine

L’umanità negli ultimi 10 anni ha fatto un sbalzo in avanti impensabile , senza fornire agli adulti, genitori,insegnanti, sociologi, ecc., i mezzi per comprenderla e per gestirla.

Da qui nasce la necessità di chiudere con il mondo esterno crearsi una realtà personale, che è una realtà collettiva ,un nuovo mondo, e porterà a ciò che sarà la conseguenza di questa realtà, porterà ad una nuova era, a una mutazione del tempo o del concetto del tempo.

(Gioacchino Cappelli)

info & booking Omar Giardina Gomes produzioni